„Mezz’ora con…“

Il ciclo „Mezz’ora con…“, online ogni scondo lunedì, propone mezz’ora di conversazione con interessanti personalità della sfera culturale e scientifica, o con persone che con le proprie idee creative contribuiscono a formare il futuro della nostra società. Chi sono queste persone? Quali progetti e iniziative hanno creato? Cosa li muove? Quali sono i loro propositi e i loro obiettivi?

appuntamenti                               

22 febbraio 2021         Anna Witt (performer e videoartist)

 8 marzo 2021             Waltraud Grausgruber (Tricky Women Festival)

22 marzo 2021            Evelyn Rath | Laura Lo Presti (Zero Waste)

12 aprile 2021            Gilles Reckinger (etnologo, presentazione libro „Arance amare“)

26 aprile 2021            Alfred Seiland (fotografo)

10 maggio 2021         Josef Aschbacher (direttore generale dell’ESA – European Space Agency)

24 maggio 2021         Micaela Latini (germanista, pubblicista, esperta di cultura austriaca)

7 giugno 2021            Gloria Benedikt (danzatrice e coreografa, traduce risultati di ricerche scientifiche

                                   in espressioni artistiche)

 

 

 

 

150 anni ADOLF LOOS

Quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita di Adolf Loos (1870-1933), architetto rivoluzionario considerato uno dei precursori dell’architettura moderna, capace di superare il decorativismo anticipando la sintesi razionalista.

Il Forum Austriaco di Cultura presenta questa icona dell’architettura attraverso diversi contributi che di volta in volta andranno ad ampliare il focus a lui dedicato.

 

Adolf Loos (1870-1933)

Lo storico dell´arte Richard Bösel (già Direttore dell’Istituto Storico Austriaco) presenta Adolf Loos e il ruolo che ha ricoperto all’interno del modernismo classico dell’Europa centrale, soffermandosi non solo su questioni architettoniche, ma anche sulla definizione storico-culturale della posizione etico-ideologica del grande architetto che “facendo una pulizia omerica, esatta, sia filosofica che lirica (…) ha avuto un’influenza decisiva sul destino dell’architettura” (Le Corbusier, 1930 Frankfurter Allgemeine Zeitung).

leggi l’articolo

 

Lina Loos (1882–1950)

Bettina Rossbacher, ideatrice di reading letterari (già collaboratrice dell’UNESCO), presenta il ritratto letterario di Lina Loos nel 70° anniversario della sua morte.

Prima moglie di Adolf Loos, confidente di Egon Friedell, amica intima di Franz Theodor Csokor, adorata da Peter Altenberg, musa, donna più bella di Vienna … Dietro queste parole si cela Lina Loos, una donna non convenzionale che ha ribadito la sua autonomia e la percezione di sé come individuo a modo suo – con arguzia, uno stile di scrittura incisivo, un acuto potere di osservazione e una propria opinione. Ha calcato i palcoscenici di rinomati teatri (Vienna, Berlino, New York …) e scritto rubriche su giornali e riviste a partire dal 1904 (una prima raccolta viene pubblicata nel 1947 in „Das Buch ohne Titel“/“Il libro senza titolo”). Attraverso abbozzi del suo ambiente, aneddoti, intuizioni e ricordi, Lina Loos dà un’idea della sua vita e della Vienna del suo tempo.

Il filmato è visibile fino al 18 dicembre. Dopo il 18/12/2020 potrai vedere il video chiedendo la password a: prenotazione.forumaustriaco@gmail.com

 

Prossimi appuntamenti:

  • 2021 (data da definire):
    Nel 2021 si terrà al MAXXI, in collaborazione con il Centro Ceco Roma, un simposio su Adolf Loos e la presentazione del nuovo film “Adolf Loos – Visionär und Provokateur” (Adolf Loos – Visionario e Provocatore” (prima italiana), originariamente previsto per il 10 dicembre 2020, 150° anniversario della nascita dell’architetto.

Curiosità

c_MAK Wien

Se è vero che gli ambienti progettati da Adolf Loos rispecchiano non solo le esigenze pratiche, ma anche gli intimi desideri spaziali dei suoi committenti, interessante è la camera da letto che il famoso architetto ha progettato per usa moglie Lina nel loro appartamento al centro di Vienna (1903): una stanza completamente bianca, dalle pareti agli armadi, dalle tende in tela batista al tappeto d’angora, ogni oggetto era bianco, “creando una fluidità sensuale e delicata (…) a rispecchiare lo stato psicologico dell’ambiente” (Panayotis Tournikiotis, “Adolf Loos” Princeton Architectural Press 2020, p.36).

Qui in una ricostruzione del MAK (Museo delle arti applicate, Vienna): https://sammlung.mak.at/sammlung_online?id=collect-274445

 

schreibART ONLINE

Oggi la letteratura contemporanea austriaca viene associata principalmente a rinomati autori del XX/XXI secolo come Ingeborg Bachmann, Thomas Bernhard, Elfriede Jelinek e Peter Handke.

Tuttavia, la generazione di eccellenti scrittrici e scrittori che è seguita è altrettanto degna di nota e di grande successo, soprattutto nell’area di lingua tedesca.

Il Ministero degli Esteri austriaco ha quindi lanciato nel 2012 un programma speciale per promuovere la letteratura austriaca contemporanea dal titolo “schreibART AUSTRIA”, che è giunto alla sua terza edizione.

Un ciclo di reading disponibili sul sito internet della Österreichische Gesellschaft für Literatur (società austriaca per la letteratura) presenta autrici e autori di “schreibART III”. Gli incontri sono in lingua tedesca:

https://www.ogl.at/programm/aktuelles-programm/schreibart-online/

programma

9.11. Laura Freudenthaler (3sat-Premio 2020, Premio Letterario dell’Unione Europea 2019, Geistergeschichte, Droschl Verlag, 2019)

12.11.2020 Nicolaus Mahler (di ultima uscita: „Ulysses“, fumetto, Suhrkamp, Frankfurt am Main 2020, l’Ulisse ambientato a Vienna)

18.11.2020 Lydia Mischkulnig (di ultima uscita: „Die Richterin“, romanzo, Haymon, Klagenfurt 2020)

25.11.2020 Radek Knapp (di ultima uscita: „Von Zeitlupensymphonien und Marzipantragödien“, narrativa, Amalthea 2020)

02.12.2020 Birgit Birnbacher (libro di successo nel 2020: „Ich an meiner Seite“, romanzo, Zsolnay 2020)

09.12.2020 Rainhard Kaiser Mühlecker (premio Anton Wildgans – premiazione il 9.12.2020, „Enteignung“, S. Fischer, Frankfurt am Main 2019)

16.12.2020 Paul Divjak (di ultima uscita: „Dardanella“, romanzo, Ritterverlag, Klagenfurt 2019)

07.01.2021 Ivana Zic („Die Nachkommende“, romanzo, Matthes & Seitz, Berlin 2019, nominato nel 2019 per il Österreichischer Buchpreis e il Schweizer Buchpreis)

16.01.2021 Harald Darer („Blaumann“, romanzo, Picus 2019, nominato per il Österreichischer Buchpreis)

20.01.2021 Marie Gamillscheg („Alles was glänzt“, romanzo, Luchterhand, München 2018, miglior romanzo d’esordio al Österreichischer Literaturpreis 2018)

27.01.2021 Semir Insayif („mondasche“, poesia, Kleververlag, Wien 2019)

03.02.2021 Andrea Winkler („Die Frau auf meiner Schulter“, romanzo, Zsolnay, 2018)

10.02.2021 Margit Schreiner („Sind Sie eigentlich fit genug?“, saggi, Schöffling, Frankfurt am Main 2019)

17.02.2021 Teresa Präauer („Oh Schimmi“, romanzo, Wallenstein, Göttingen 2016, e „Tiere werden“, romanzo, Wallenstein, Göttingen 2018)

24.02.2021 Robert Prosser („Beirut im Sommer. Journal“, saggio, Klever Verlag, Wien 2020)

Sempre sul sito della Gesellschaft für Literatur sono disponibili i reading di autrici e autori di “schreibART II”: Anna Kim, Michael Stavarič, Anja Utler, Susanne Gregor, Erwin Einzinger, Anna Weidenholzer, Lisa Spalt, Milena Michiko Flašar, Daniel Wisser, Carolina Schutti, Karin Peschka, Dimitré Dinev.

A questi incontri, già condivisi sulla nostra pagina facebook (https://www.facebook.com/ForumAustriaco/) nei mesi di settembre e ottobre, nel 2021 se ne aggiungeranno altri due:

03.03.2021 Barbie Markovic („Superheldinnen“, Roman, Residenz Verlag, 2016)

10.03.2021 Kathrin Röggla

EUROPA IN MUSICA

EUROPA IN MUSICA: la stagione musicale del cluster EUNIC Roma, è un progetto ideato dall’Accademia di Romania in Roma e dal Conservatorio di musica “Santa Cecilia” di Roma. Il ciclo di concerti di questa edizione è organizzato dal Conservatorio di musica “Santa Cecilia” di Roma e dai membri del cluster EUNIC Roma: Forum Austriaco di Cultura Roma e Centro Ceco di Roma – che detengono nel 2020 anche la presidenza del cluster EUNIC Roma, Istituto Bulgaro di Cultura a Roma, Istituto Polacco di Roma, Accademia di Romania in Roma, Istituto Slovacco a Roma e l’Istituto Cervantes a Roma.

comunicato stampa EUROPA IN MUSICA 2020

opuscolo ULTIMO

MODALITÀ DI ACCESSO E PRENOTAZIONE

Modalità di accesso ai concerti: in ottemperanza alle norme sanitarie vigenti, l’accesso del pubblico sarà limitato e si farà soltanto previa prenotazione via e-mail all’indirizzo segreteria@conservatoriosantacecilia.it, indicando nome e cognome, codice fiscale, indirizzo e recapito telefonico. I partecipanti dovranno avvicinarsi, in maniera ordinata all’ingresso della sala, senza creare assembramenti e saranno tenuti a indossare la mascherina per tutta la durata della loro permanenza negli spazi del Conservatorio.

 

PROGRAMMA CONCERTISTICO

 Mercoledì, 30 settembre 2020, ore 19:00

NOTE D’ARCHI DALL’EUROPA, TRADIZIONE E CAMBIAMENTI

Concerto inaugurale dell’edizione 2020 del progetto EUROPA IN MUSICA

 

ORCHESTRA D’ARCHI DEL CONSERVATORIO “SANTA CECILIA”

Direttore: MICHELANGELO GALEATI

In programma musiche di: Antonio Vivaldi, Max Richter, Benjamin Britten, Giacomo Puccini e Antonin Dvorák.  

Concerto organizzato dal Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma in partenariato con i membri del cluster EUNIC Roma: Forum Austriaco di Cultura e Centro Ceco – co-presidenza del cluster EUNIC Roma, Istituto Bulgaro di Cultura a Roma, Istituto Polacco di Roma, Accademia di Romania in Roma, Istituto Slovacco di Roma e l’Istituto Cervantes a Roma.

 

Venerdì, 23 ottobre 2020, ore 19:00

RACCONTI DALL’EST

MARCO CLAVORÀ BRAULIN – pianoforte

In programma musiche di: J. N. Hummel, D. Kardoš și M. P. Musorgskij.

Concerto organizzato dall’Istituto Slovacco di Roma in partenariato con il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma.

 

Lunedì, 9 novembre 2020, ore 21:00

EXTRACELLO

EDDA BREIT – violoncello / MELISSA COLEMAN – violoncello / MARGARETHE HERBERT – violoncello e GUDULA URBAN – violoncello

Il PROGRAMMA presentato è incentrato sulla musica barocca e rinascimentale, mixata con arrangiamenti funky di noti successi, composizioni originali ritmate e ballate suggestive.

Concerto organizzato dal Forum Austriaco di Cultura a Roma in partenariato con il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma.

 

Mercoledì, 18 novembre 2020, ore 19:30

VOCI DIVERSE NELL’UNIVERSO PIANISTICO

GABRIELE MICHELI – pianoforte

In programma musiche di Domenico Scarlatti, Johannes Brahms, Franz Liszt și Maurice Ravel

Concerto organizzato dal Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma in partenariato con i membri del cluster EUNIC Roma: Forum Austriaco di Cultura e Centro Ceco – co-presidenza del cluster EUNIC Roma, Istituto Bulgaro di Cultura a Roma, Istituto Polacco di Roma, Accademia di Romania in Roma, Istituto Slovacco di Roma e l’Istituto Cervantes a Roma.

 

Giovedì, 3 dicembre 2020, ore 19:00

BACH STORIES/IMPROMPTU”

ALEKSANDER DĘBICZ – pianoforte e MARCIN ZDUNIK – violoncello

Il programma consiste in musiche originali improvvisate basate sulle composizioni di Johann Sebastian Bach e Frédéric Chopin.    

Concerto organizzato dall’Istituto Polacco di Roma in partenariato con IMIT – Istituto di Musica e Danza di Varsavia, l’Edizione Nazionale delle Opere di Fryderyk Chopin e il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma

 

Giovedì, 10 dicembre 2020, ore 19:00

SPAZI SONORI

MARCO DI GASBARRO – percussioni     

In programma musiche di Hans Werner Henze, Michael Gordon, John Luther Adams și Mauro Cardi                

Concerto organizzato dal Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma in partenariato con i membri del cluster EUNIC Roma: Forum Austriaco di Cultura e Centro Ceco – co-presidenza del cluster EUNIC Roma, Istituto Bulgaro di Cultura a Roma, Istituto Polacco di Roma, Accademia di Romania in Roma, Istituto Slovacco di Roma e l’Istituto Cervantes a Roma.

 

Sabato, 19 dicembre 2020, ore 19:00

IL CANTO DEI VENTI

Ensemble “SOFIA SOLOISTS”

Direttore: PLAMEN DJUROV

ROSEN ZAHARIEV – trombetta jazz / GERGANA DIMITROVA – soprano / VERA GIRGINOVA – soprano

IVAN BOGDANOV – proiezione multimediale

“Il canto dei venti” è una serie di brani originali per orchestra d’archi, soprano, flicorno e fonogramma, ispirati al tema del vento del compositore Peter Dundakov, che combina musica classica contemporanea, jazz, folklore, „narrative music”, musica teatrale e cinematografica.

Concerto organizzato dall’Istituto Bulgaro di Cultura di Roma, con il sostegno finanziario del Ministero della Cultura della Bulgaria e in partenariato con il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma.

 

 

 

 

 

#iorestoacasa

Le misure restrittive in risposta all’emergenza sanitaria COVID-19 hanno interessato anche la nostra programmazione in sede. In risposta a questa complessa situazione, che ci impedisce di accogliervi nei nostri spazi, vi proponiamo un’offerta culturale fruibile da casa, che vi permette di rimanere in contatto con la cultura austriaca anche in questa difficie circostanza di distanziamento sociale.

Con l’aiuto di musiciste e musicisti austriaci abbiamo preparato un ciclo di concerti digitali da salotto, #ConcertiSulSofà, che potrete seguire online sul nostro sito web, sulla nostra pagina facebook o sul nostro canale youtube.
Si tratta di un programma registrato in esclusiva per il pubblico del Forum: buon ascolto!

Programmazione (ogni giovedì ore 18.00):

16 aprile 2020      Sinfonia De Carnaval
23 aprile 2020      Vila Madalena
27 aprile 2020      Paier & Valcic
30 aprile 2020      Ramsch & Rosen
07 maggio 2020   Monika Stadler
14 maggio 2020   Manu Delago e Claudia Delago-Norz
21 maggio 2020   Tubonika
28 maggio 2020   Erstes Wiener Heimorgel-Orchester

04 giugno 2020    BartolomeyBittmann
11 giugno 2020    Tribidabo
18 giugno 2020    Sara Filipova
25 giugno 2020    Holler My Dear
02 luglio 2020      Àngela Tröndle & Pippo Corvino

I video saranno visibili sulla pagina del singolo evento alle ore 18.00 e saranno disponibili online per una settimana.

© foto: Barbara Brandstätter

Drago Jančar vince il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea 2020

© Suhadolnik/Delo

Lo scrittore sloveno Drago Jančar vince il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea 2020.

Il Premio viene assegnato ogni anno a un autore che ha ricevuto particolare attenzione internazionale per la propria produzione letteraria, disponibile anche in traduzione tedesca.

Qui tutti i premi letterari conferiti ieri: https://www.bmkoes.gv.at/Kunst-und-Kultur/Neuigkeiten/Literaturpreise-2020.html  (tedesco)

#iorestoacasa

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del coronavirus costringe tutti a cancellare le manifestazioni fino a nuovo avviso, ma non può impedirci di diffondere iniziative culturali online. Noi lo facciamo attraverso il nostro account facebook dove condividiamo giorno per giorno interessanti iniziative digitali dall’Austria.

Ci potete seguire a questo indirizzo https://www.facebook.com/ForumAustriaco/

 

INIZIATIVE DI CULTURA DIGITALE IN AUSTRIA

 

FILM

https://www.filmmuseum.at/sammlungen/film_online

Festival internazionale di cortometraggio online https://talkingshorts.com/festivals/my-darling-quarantine-short-film-festival

 

MUSEI, GALLERIE, MOSTRE:

https://www.hdgoe.at/

http://www.literaturhaus-graz.at/die-corona-tagebuecher-1/

http://sammlung.wienmuseum.at/eMuseumPlus

https://www.khm.at/objektdb/

https://www.weltmuseumwien.at/onlinesammlung/

https://www.wien.info/de/sightseeing/sehenswuerdigkeiten/wien-virtuell-bewundern

https://www.albertina.at/home

https://www.nhm-wien.ac.at/museum/online_sammlung

https://www.technischesmuseum.at/das-digitale-museum

https://www.mak.at/sammlung/mak-sammlung_online

https://www.belvedere.at/digital

https://www.karikaturmuseum.at/de/betrachten/digitales-museum-1http://www.jmw.at/de/exhibitions/das-juedische-museum-wien-digital-erleben

DÖW

 

Vienna Design Week:

https://mailchi.mp/viennadesignweek.at/newsletterfullofdesign-2-2020?e=c9048761e6

 

(musica)TEATRO:

https://www.wiener-staatsoper.at/

https://www.burgtheater.at/myhomeismyburgtheater

https://player.globe.wien/

https://www.theater-wien.at/de/jugend/zu-hause

Volksoper Wien auf YouTube

 

CONCERTI:

https://muth.at/

https://konzerthaus.at/

https://radiokulturhaus.orf.at/

Radio FM4 Stay At Home Sessions

https://radiokulturhaus.orf.at/artikel/668734/ORF-Radiokulturhaus-Videostreams

 

Sala da concerto digitale:

https://shoutout.wix.com/so/59N4Sat8k?cid=6c8c83f0-fda8-4828-a092-69fc1c81818f#/main

 

DANZA/PERFORMANCE:

https://brut-wien.at/de/Magazin/Isolated-yet-connected/Isolated-yet-connected

 

LETTERATURA:

Sala lettura digitale della Biblioteca Nazionale Austriaca: https://www.onb.ac.at/digitaler-lesesaal

Mediateca austriaca: https://www.mediathek.at/

Offerta delle biblioteche viennesi (comprende letture sul coronavirus per adulti e bambini): https://buechereien.wien.gv.at/

http://www.literaturhaus-graz.at/die-corona-tagebuecher-1/

http://www.literaturhaussalzburg.at  
www.literaturhaus-am-inn.at

 

ISTITUZIONI CULTURALI AUSTRIACHE:

http://kulturpool.at/display/kupo/Home

Il pool culturale offre un accesso generale alle risorse digitali del patrimonio culturale austriaco e permette di fare ricerche nei diversi settori di musei, biblioteche e archivi.

 

GOOGLE ARTS:

Sito che permette di esplorare i musei internazionali di tutto il mondo https://artsandculture.google.com/

 

PER BAMBINI:

Cultura per bambini: https://kurier.at/kiku/wegen-corona-bzw-covid19-kinder-jugendtheater-die-zum-spielen-zu-hause-animieren/400790705

Dschungel Wien: https://www.dschungelwien.at/pages/aktuelles

Österreichischer Filmpreis 2020

© eSeL

Il Österreichischer Filmpreis 2020 si tinge di rosa. Oltre ai premi per migliore attrice protagonista e non protagonista, le donne si aggiudicano i premi per miglior film, miglior documentario (ex aequo), miglior regia, miglior sceneggiatura, migliori costumi, miglior montaggio e miglior scenografia. Vincitore indiscusso del festival è il film di Sudabeh Mortezai, “Joy”, cui vanno i premi per miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Joy Anwulika Alphonsus) e miglior sceneggiatura. “Joy” racconta la vita di una donna nigeriana che si trova coinvolta nel circolo vizioso del traffico di esseri umani e quindi di una vita fra prostituzione, emarginazione e una voglia di vivere inscalfibile.

Per maggiori informazioni leggi l’articolo di Marina Pavido https://cinema-austriaco.org/2020/01/31/osterreichischer-filmpreis-2020-tutti-i-vincitori/

Il Österreichischer Filmpreis 2020, giunto alla sua decima edizione, è stata anche l’occasione per discutere di Green Filming, ovvero di produzioni sostenibili capaci di attuare alternative ecologiche in tutte le fasi di produzione. Maggiori informazioni in tedesco e in inglese su: https://www.lafc.at/greenguide/

 

Premio Nobel per la Letteratura 2019 a Peter Handke

© apa

di Marino Freschi*

Nella motivazione del Premio Nobel per la letteratura allo scrittore austriaco Peter Handke si menziona la sua «linguistic ingenuity». Se d’ingenuità linguistica si possa parlare, ciò si giustifica solamente col fatto che Handke ha lavorato e lavora alla sua scrittura da quando frequentava il ginnasio cattolico vicino Griffen nella parte slovena appartenente all’Austria. Insomma “ingenuità linguistica” se così vogliamo intendere la maturità letteraria, teatrale, saggistica acquisita in quasi 70 anni di scrittura.

Quel paesino di lingua slovena, Griffen, lo segna definitivamente. Nasce da un amore di guerra il 6 dicembre 1942 tra un soldato tedesco e una giovane austriaca di lingua slovena, che però sposa Bruno Handke, che riconosce Peter. Tempi di guerra, tempi duri, specie verso la fine. La famiglia si trasferisce nel ‘45 a Pankow, nella zona sovietica di Berlino per tornare qualche anno dopo a Griffen; per il suo tedesco berlinese Peter si sente isolato dai suoi coetanei. Un ulteriore segnale di diversità che è il destino di tanti artisti e soprattutto scrittori.
Dopo il ginnasio in seminario, va a Graz, s’iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, consigliatagli da un professore perché così avrebbe avuto molto tempo per scrivere e infatti scrive, scrive. E il suo destino s’incrocia con il destino di Graz di quegli anni dove intorno allo scrittore dell’avanguardia Alfred Kollerisch si forma un gruppo di giovani autori talentuosi, quelli della “Grazer Gruppe”, che segna la letteratura tedesca tanto che Handke viene invitato nell’incontro del mitico “Gruppo 47” in trasferta americana a Princeton con i mostri sacri della letteratura tedesca e qui nasce Handke con un discorso duro in cui accusa di «impotenza descrittiva» l’establishment culturale della Germania Occidentale. Il suo intervento diventa l’epicedio del gruppo, quello – per intenderci – di Böll e Grass (ma chi di Nobel ferisce…).

In quel biennio 66-68 Handke si profila come la punta di diamante dell’avanguardia tedesca con il dramma neofuturistico Insulti al pubblico che vuole suonare la sveglia agli spettatori comodamente assuefatti alla routine del teatro nella società opulenta. È l’enfant terrible della drammaturgia dei teatri di lingua tedesca; si forma il sodalizio con Claus Peymann, il più vivace regista dell’epoca.
I testi di Handke e di Thomas Bernhard monopolizzano le scene tedesche, mentre tramonta definitivamente il teatro impegnato di Brecht, come conferma l’altro dramma avanguardistico di Handke Falso movimento del ’75. E l’avanguardismo handkiano prosegue con incursioni nella cinematografia in collaborazione con Wim Wenders, firmando quel capolavoro ‘cult’ che è stato Il cielo sopra Berlino, che ha lanciato la capitale tedesca in tempi non sospetti.
Gradualmente la scrittura comincia a precisarsi, a distaccarsi dagli ‘insulti’ mirati a scuotere le coscienze per individuare altri sentieri; la svolta nella scrittura si comincia a percepire in un testo labirintico e suggestivo del ’69 Il mondo interno dall’esterno dell’interno, mentre del ’70 è Prima del calcio di rigore, che diventa un film con Wenders; il testo è un primo breve ‘gioiello’, che conferma una ricerca nella scrittura, ormai alleggeritasi dal rovello avanguardistico.

Ma è la vita che lo conduce a nuove prospettive, raggiunte con sofferenza autentica: il 20 dicembre 1971 la madre, dopo una vita di umiliazioni, privazioni, depressioni, si suicida. Handke, sconvolto, scrive quel che è considerato il suo capolavoro: Infelicità senza desideri del ’72. Un testo breve, intenso, struggente, intramontabile, che si lega a un’altra prosa intensa Breve lettera del lungo addio, dove il sentimento nella sua autenticità comincia a essere composto e trattenuto da una scrittura sorvegliata che annuncia un percorso nuovo, neoclassico. La autobiografia guadagna sempre più spazio come dimostra un altro scritto esemplare Storia con bambina del’ ’81, dove si eleva a esperienza letteraria quel magma esistenziale formato dalla convivenza tenera, problematica, dolcissima con la figlia Amina.
Sempre nell’ ’81 pubblica uno strano poema drammatico Attraverso i villaggi, che appartiene alla grandiosa tradizione romantica del “Wanderer”, del viandante, che è uno dei topoi più insistiti e presenti nella letteratura, nella cultura, ma anche nella quotidianità tedesca. Handke pendola tra Parigi e Salisburgo, con lunghissimi viaggi intorno al mondo che racconta in vari libri, ché lo scrittore austriaco continua a essere di una produttività straordinaria per cui la sua ‘ingenuità linguistica’ confina con un manierismo narrativo elegante e coinvolgente. Villa a Salisburgo per qualche anno, varie donne e qualche matrimonio, poi una villa a Chauville nella periferia parigina dove tuttora vive. Tutto troppo tranquillo.

E allora è la Weltgeschichte, la storia mondiale a sparigliare le carte con l’inferno balcanico. Tutti contro Miloševic e i cattivissimi serbi. Eh, no: il cinque gennaio 1996 Handke scrive per la «Süddeutsche Zeitung», uno dei principali quotidiani tedeschi, un articolo a favore di Miloševic e dell’ormai ex Jugoslavia, criticando gli occidentali con i loro bombardamenti “intelligenti”, ovvero indiscriminati. La polemica è arroventata; gli viene revocato un famoso premio (con una dotazione di decine di migliaia di marchi), Handke è solo e resiste, visita le terre della ex Jugoslavia e ne racconta a una Germania che non ne vuole sapere e che con il ministro degli Esteri Genscher aveva per prima riconosciuto l’indipendenza della Croazia, contribuendo in maniera non indifferente a scatenare le nuove guerre balcaniche. L’eredità slovena materna gioca un ruolo sentimentale, culturale, linguistico.
E a proposito di ingenuità linguistica Handke oltre il tedesco, parla perfettamente lo sloveno, il francese, ha tradotto dal greco antico, dall’inglese… L’impegno pro-serbo aumenta al punto che fui lui a tenere il 18 marzo del 2006 l’orazione funebre per l’ex dittatore, sicché il Nobel è anche un gesto di conciliazione tra il mondo occidentale e Handke. Un premio doppio per la scrittrice polacca, Olga Tokarczuk, nata a pochi chilometri da Zielona Góra/Grünberg quasi al confine con la Germania, e a Peter Handke, nato a pochi chilometri dalla Slovenia: un compromesso e insieme una conciliazione tra la Slavia e la Germania. Niente male per l’Europa. (da: Il Giornale, 11 ottobre 2019)

*) Marino Freschi, germanista triestino, è professore emerito di letteratura tedesca (Università degli Studi di Roma Tre).

 

Ecco perché bisogna leggere Peter Handke…

L’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 2019 allo scrittore austriaco Peter Handke ha suscitato reazioni molto dure. A parte le polemiche vorremmo mettere al centro dell´attenzione l´opera letteraria di Handke e farlo conoscere ai lettori italiani. Abbiamo chiesto alcuni docenti di letteratura tedesca di consigliarci un libro di Peter Handke. Scoprite le loro proposte…

 

Un viaggio d’inverno ovvero giustizia per la Serbia consigliato da Vincenza Scuderi

In una recente intervista a un giornale italiano Handke ha dichiarato, sulle sue posizioni sulla Serbia: “Le mie non erano posizioni politiche, sono uno scrittore non un giornalista”. La nota editoriale all’edizione italiana di “Un viaggio d’inverno ai fiumi Danubio, Sava, Morava e Drina ovvero Giustizia per la Serbia” (1996, Eine winterliche Reise zu den Flüssen Donau, Save, Morawa und Drina oder Gerechtigkeit für Serbien), il primo dei testi “serbi” di Handke, si apre proprio con la frase: “In questo libro parla uno scrittore”.
Eppure il libro è nato contro il giornalismo di quegli anni, contro quelli che Handke sente come attacchi immotivati e di parte alla Serbia, è nato sullo stesso terreno della pubblicistica, e come questa si comporta, con lo stesso sbilanciamento che avrebbe caratterizzato il giornalismo occidentale, solo in direzione opposta. Questo scrittore è un uomo deluso, apprendiamo, dalla sua Slovenia (sua per eredità familiare, e poi riconquistata da adulto), che mitizza ora la Serbia, una Serbia preziosa perché chiusa in sé e arcaica, innocente perché provocata, e ne minimizza le responsabilità con sapienti mezzi retorici. Handke scrittore e uomo tratteggia “una Serbia immaginaria”, è stato scritto. Ma non è una prospettiva neutra. Non è un caso che parteciperà ai funerali di Milošević. Se in un’opera di alcuni anni prima (in italiano: Nei colori del giorno, 1980) Handke voleva arrivare a realizzare, con la scrittura, come Cezanne con i quadri, “costruzioni e armonie parallele alla natura”, qui realizza piuttosto costruzioni parallele alla storia.

Vincenza Scuderi è ricercatrice all’Università di Catania, specialista di letteratura austriaca.

Peter Handke, Un viaggio d’inverno ovvero giustizia per la Serbia, Einaudi (traduzione Claudio Groff)

 

Nei colori del giorno consigliato da Micaela Latini

L’ignoranza la sento sempre come un disagio; e ne consegue quell’impulso a un sapere non orientato da cui non nascono idee, proprio perché non ha un «oggetto» con cui poter «coincidere». – Ma poi forse una piccola cosa offre una chiave per capire e pone così lo «spirito del principio» […]
Io vissi come “cose del principio” i quadri di Cézanne ad una mostra nella primavera del 1978 […] Erano i lavori del suo ultimo decennio, nei quali egli si era spinto tanto avanti nel tentativo di «realizzare» il soggetto raffigurato, che i colori e le forme possono ormai celebrarlo. (“Quando dico realtà e completezza intendo la medesima cosa”, scrisse il filosofo.) E tuttavia nei quadri non appare alcuna luce accessoria. Gli oggetti celebrati emanano il loro colore […]

Le pagine del romanzo Die Lehre der Sainte-Victoire (Nei colori del giorno, 1980) scandiscono le tappe di un viaggio che è in primo luogo un faticoso percorso di ricerca del proprio sé che non può che passare attraverso un’iniziale perdita della propria identità (di qui l’importanza del sentimento di estraneità nell’osservare l’immagine dipinta di sé stessi).  In questo senso la raffigurazione ripresa in parole (èkphrasis), sempre presente, della montagna di Sainte-Victoire – monte provenzale reso celebre dai numerosi ritratti che ne face Paul Cézanne – rappresenta per certi versi il filo di Arianna di un simile percorso odeporico ed esplorativo, dal taglio fortemente autobiografico. Oltre a costituire un tassello significativo della produzione narrativa di Handke, il romanzo Die Lehre der Sainte-Victoire si caratterizza anche come il suo particolare contributo alla “cultura visuale”. Lo dimostrano le riflessioni sulla questione dei colori, sui temi della luce, come anche i dialoghi sottesi con altri autori, sul crinale tra letterature, filosofia ed arti figurative.

Micaela Latini è Professoressa associata di “Lingua e traduzione tedesca” e di “Estetica del giornalismo” presso l’Università degli studi dell’Insubria (Como/Varese).

Peter Handke, Nei colori del giorno, Garzanti 1982 (tradotto di Claudio Groff

 

Un anno parlato dalla notte – consigliato da Franz Haas

I sogni fanno sempre parte dell’arsenale poetico di Handke, sogni ad occhi aperti o ad occhi semichiusi e del dormiveglia come quelli del volume Ein Jahr aus der Nacht gesprochen del 2010 (Un anno parlato dalla notte, it. 2013), una raccolta di testi poetici brevissimi, intrisi di sogni e annotati dall’autore, per un intero anno, nel dormiveglia o subito dopo essersi svegliato. Questi brandelli di narrativa sono leggeri come ragnatele, sembrano aforismi, ma non lo sono. Non sempre hanno un senso, almeno non lo rivelano dopo una sola lettura. A volte assomigliano all’inizio di un racconto, oppure a misteriose schegge di un testo più lungo, del quale sfugge il senso. Spesso, in questi testi trasognati, Handke sembra parlare con se stesso, a volte con una sconcertante autocritica: «Tu sei proprio così come la prima impressione che dai.» Messi tutti insieme, questi ritagli sconclusionati fanno però trasparire l’autoritratto nitido di un sonnambulo, un sognatore che vuole mettere in salvo, sulla carta e alla luce del giorno, «la rabbia del dormiente». Questa rabbia del sognatore che si sveglia viene poi del tutto trasformata, nello stesso anno 2010, in un precario equilibrio funambolico, ma anche trasposta in una solida dimensione politica e privata: nel ‘teatro epico’ di Ancora tempesta, con la sua bella confusione tra intimo e pubblico, vita e sogno, parentele vere e partigiani immaginari.

Franz Haas, austriaco romano, insegna Letteratura tedesca all’Università di Milano e lavora come critico letterario soprattutto per la “Neue Zürcher Zeitung“.

Peter Handke: Un anno parlato dalla notte (trad. Elisabeth Zoja e Antonio Annunziata), Moretti & Vitali 

 

Breve lettera del lungo addio – consigliato da Marino Freschi 

Nel 1971 Peter Handke intraprende un lungo viaggio negli USA, durante il quale da un giornale viene a sapere che la madre si era suicidata. Il viaggio e il suicidio sono all’origine di due racconti intensi, commoventi, tra i migliori dello scrittore austriaco e tra i più intriganti e struggenti della letteratura di lingua tedesca contemporanea.

Dal viaggio nasce nel ‘72 il racconto Breve lettera del lungo addio. È un testo autobiografico che segna una svolta nella scrittura di Handke, che lascia le pratiche avanguardistiche per immergersi nel magma narrativo sospinto da una forte tensione interiore. Il racconto del viaggio attraverso gli States – a ridosso del ‘mitico’ film ‘cult’ Easy Rider del ’69 – raffigura una ricerca e una fuga: fuga da una routine opprimente e ricerca di sé.

Le due parti del romanzo: La breve lettera Il lungo addio sono introdotte da due citazioni da uno dei primi “romanzi di formazione”: “Anton Reiser” (1785-1790) di Karl Philipp Moritz. Anche per Handke il viaggio si trasforma in una centrale esperienza psichica e spirituale sulla scia della grande tradizione, quella del “Wilhelm Meister” goethiano, proseguita da “Der Grüne Heinrich” di Keller, che traversa come un filo rosso il romanzo di Handke. Il racconto parte da una crisi matrimoniale e da una curiosità per il Nuovo Mondo e termina con una separazione e con un’imprevista nostalgia per “Good Old Europe”: il viaggio si tramuta in un percorso di riconoscimento e ritrovamento e così il giovane provinciale realizza la scoperta della propria identità austriaca e mitteleuropea.

Marino Freschi, germanista triestino, è professore emerito di letteratura tedesca (Università degli Studi di Roma Tre).                         

Peter Handke, Breve lettera del lungo addio (trad. di Bruna Bianchi), Feltrinelli

 

Il peso del mondo – consigliato da Giovanni Sampaolo

“Cominciai a esercitarmi nel reagire col linguaggio a tutto ciò che mi capitava, e notai che nel momento stesso dell’esperienza vissuta anche la lingua prendeva vita e diveniva comunicabile”. Così scrive Handke di questo suo singolare libro: non un diario, ma un confronto immediato tra il vissuto e la sua lucida stilizzazione nella formulazione linguistica. La forma diaristica serve a Handke per liberarsi dalle forme letterarie note, verso una straordinaria soggettività del pensiero. Un libro che è uno scrigno pieno di idee e schizzi di rara concretezza, precisione e nitore.

Inizialmente si tratta di taccuini in cui lo scrittore, come sua abitudine, annota spunti per le opere che sta scrivendo: un dramma muto, un racconto. Ma avviene una svolta epifanica, egli si volge a registrare e commentare la quotidianità, i propri pensieri, con lo stesso impegno stilistico. Il primo titolo provvisorio fu infatti “Materiali per nulla di preciso”: il fine non era più l’“opera”, ma l’apertura a ciò che accade. L’autore prese in considerazione anche un titolo più astratto, “Fantasie senza meta”.

“Il peso del mondo” è stato scritto da Handke selezionando e montando insieme passi da ben 14 taccuini, omettendo e riscrivendo. Mai l’esperienza sensibile, la vita mentale e la scrittura sono stati così vicini, al confine tra micro-racconto e aforisma. “L’angoscia deve finire! – Allora di’ che il mondo deve finire”. Oppure: “La realtà: con questa parola rendiamo onore a ciò che ci impedisce di vivere”.

Giovanni Sampaolo è professore di Lingua e traduzione tedesca all´Università Roma Tre.

Peter Handke, Il peso del mondo, Guanda ((traduzione Raoul Precht)

 

Infelicità senza desideri – consigliato da Simonetta Carusi

«“Indicibile”, si dice spesso nelle storie, oppure “indescrivibile”, e solitamente io ritengo che siano scuse meschine; ma questa storia ha veramente a che fare con l’inesprimibile, con attimi di terrore ineffabile. Tratta di momenti in cui la coscienza, per l’orrore, fa un salto; stati di terrore talmente brevi che la lingua arriva sempre troppo tardi; processi onirici così atroci che si vivono fisicamente come vermi nella coscienza» (Peter Handke, Infelicità senza desideri, Garzanti, Milano 1976; traduzione di Bruna Bianchi).

In Wunschloses Unglück (Infelicità senza desideri) Peter Handke si confronta con la vita e con il suicidio di sua madre. Il libro uscì in lingua originale nel 1972; a quel tempo Handke aveva trent’anni ed era noto come bellicoso autore d’avanguardia, impegnato soprattutto a demistificare il linguaggio, a dimostrare come l’uso distorto delle parole possa facilmente diventare strumento di manipolazione del pensiero. Nella pièce teatrale Publikumsbeschimpfung (Insulti al pubblico) era arrivato a ingiuriare gli spettatori per risvegliarne le coscienze. Kafka sosteneva che la letteratura deve essere un’ascia che infrange la coscienza raggelata; di tale insegnamento Handke aveva fatto tesoro fin da quando, adolescente, era stato espulso dal collegio cattolico dove studiava, per aver letto di nascosto alcuni autori ‘proibiti’, tra cui per l’appunto Kafka.

Più che mai, di fronte al suicidio di sua madre, Handke avverte il bisogno di un linguaggio onesto, rigoroso, che dia conto dell’indicibile, dell’irreparabile, dell’inedulcorabile. Egli volge l’ascia della scrittura contro la propria stessa coscienza: una coscienza che se non risvegliata corre il rischio di decomporsi nella percezione simbiotica della morte. La potenza del linguaggio di Handke in quest’opera è impareggiabile. “Infelicità senza desideri” è la definizione della dimensione esistenziale di sua madre, vittima di valori sbagliati, tramandati e inculcati attraverso l’educazione e il linguaggio quotidiano. Rimanda a una vita in cui la rinuncia è vissuta come un dovere sociale e l’abitudine sistematica al sacrificio porta alla resa di ogni guizzo di volontà, all’abbandono della facoltà di desiderare: a una condizione femminile ancora oggi nel mondo troppo spesso attuale. 

Simonetta Carusi ha insegnato Letteratura Tedesca all’Università di Chieti-Pescara. Tra le sue pubblicazioni: Il mito americano nella letteratura austriaca. Dal mondo asburgico a Peter Handke (Napoli 2008).

Peter Handke, Infelicità senza desideri, Garzanti, Milano (traduzione di Bruna Bianchi)